A spasso con la Bellezza

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Carissimi lettori,

a me oggi spetta l’arduo “officium” di trattare una tematica che sempre più riecheggia e su cui la società impone costantemente la sua mano: la bellezza. Quali siano gli standard di bellezza, come ben sappiamo, li indicano la moda, Il cinema, un capitalismo sfrenato e quant’altro, ma il mio intento non è moralistico, ho semplicemente il dovere di descrivere e suscitare a voi lettori le sensazioni che scaturisce l’angelica visione ( e su questo attributo noterete che ritornerò) di colei che probabilmente è il supremo prodotto di questo standard, nella sua sicura e piena consapevolezza: la supermodella Miranda Kerr. Nota ai molti come la leader delle Victoria’s Secret Angels, insieme alle non meno attraenti colleghe Alessandra Ambrosio, Adriana Lima, Erin Hearherton, Candice Swanepoel ed altre meraviglie, Miranda solamente con i suoi occhi cerulei potrebbe interrompere il corso del tempo che, invece, nel compiere tutte le altre attività quotidiane, sembra logorarsi.

Spicca tra le altre con un’altezza di 1,75 metri, un ampio sorriso ma limitato da due labbra carnose e di unica sensualità, che renderebbero incantevole ai fortunati spettatori persino il sorseggiare un semplice bicchiere d’acqua. Fidia, Policleto o Canova, pur nella loro maestria, non sarebbero mai riusciti a scolpire una simile beltà, che spetta solo alla Natura, benevola quando vuole, tutti gli altri imitatori peccherebbero di tracotanza nel ritrarre questa meraviglia.

Mi consentano il pudore ed il timore di osare, e descrivere anche quanto di voluttuoso ha da offrire il resto del suo corpo divino: seni come piccoli vulcani, pronti ad eruttare una travolgente lava di passione, ancorati ad un pianeggiante e solido ventre dorato, come se avesse ricevuto il più bel bacio che il Sole potesse offrire. Mi perdonino i lettori più pudichi; alcuni filosofi erano soliti dire che la divinità si descrive solo “per negationem”, allo stesso modo traccerò le linee del suo lato B: privo di difetti, geometricamente e perfettamente unito alle sue lunghe gambe sottili, secondo le regole che la Regina delle scienze ha dettato parlando di sezione aurea. I più materialisti si esprimeranno più razionalisticamente, non potendo godere della gioia che le parole mi stanno donando nel descrivere una dea, ed elencheranno le forme secondo mere misure, 81-61-86. Shakespeare scriveva nella sua più nota tragedia: “What’s in a name?”; io replicherei “What’s in a number?”

Come si può riassumere il tutto in dei freddi numeri? Il mio consiglio, carissimi lettori, è questo: cercate la vostra donna,che essa sia reale mi raccomando, non distaccatevi dalla realtà troppo spesso, ma concedetevi istanti in cui questo “tempo liquido”, come probabilmente direbbe il grande sociologo Zigmund Baumann, si solidifica e resta immobile davanti a quanto di più incantevole il nuovissimo continente ha potuto offrire a noi comuni mortali e dare in dono ad Orlando Bloom.

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